MARIO FARNESE, Signore del Ducato
di Latera e Farnese

Giovanni Antonio Baragliu
Ritratto presunto di Mario farnese

M

ario Farnese prese le redini dello Stato di Latera e Farnese alla morte del fratello Fabio avvenuta a Maastricht nell'invemo del 1579; egli appare senza dubbio come il personaggio più rappresentativo del ramo collaterale dei Famese.
Fu, con probabilità, il primo della famiglia ad assumere il titolo di Duca di Latera, il Litta (Odorici, 1868) infatti lo cita come tale e nel sepolcro del convento dei Cappuccini a Farnese, la moglie Camilla Lupi sulla lapide è detta duchessa di Latera.
In realtà (Fioriti, 1990), il Ducato di Latera esisteva con probabilità di fatto ma non di nomina - come si può ricavare dalla tradizione orale e da alcuni autori - già dalla divisione dei feudi farnesiani e creazione del Ducato di Castro.
Di Mario non si conosce la data di nascita, il Litta (Odorici, 1868) la pone nel 1527, il che appare impossibile,

avendo allora suo padre Pier Bertoldo soltanto sei anni. Tale data va quindi spostata, con buona probabilità, di una trentina d'anni.
Secondo la tradizione di famiglia, fu un ottimo condottiero, partecipe dei grandi avvenimenti del suo tempo. Fu anche signore del castello di Giove in Umbria, acquisito non si sa come già al tempo di Fabio e venduto nel 1599 a Ciriaco di Asdrubale Mattei per 75.000 scudi. Oltre che valente capitano sul campo di battaglia, Mario brillò anche come teorico di cose militari, era noto un suo discorso inedito sul modo di armare le milizie conservato nella biblioteca Altieri. I suoi interessi militari si evidenziano anche nei regolamenti emanati per le milizie del suo Stato il 29 Luglio 1582 ed il 20 Novembre 1594, nei quali vengono dettate le regole disciplinari ed i privilegi dei soldati.
In effetti, con lui finisce il Medioevo nel suo feudo.
Una delle sue prime preoccupazioni fu quella di elaborare un nuovo statuto per la Comunità di Famese, pubblicato il 15 Dicembre 1583. Sicuramente esso giungeva con notevole ritardo rispetto a quello emanato nel 1558 dal Duca Ottavio Farnese per Castro e Ronciglione. In questo caso, però, si trattava di uno Stato di nuova formazione e molto ampio; mentre per il feudo di Farnese e Latera poterono anche sopravvivere, con qualche modifica, le vecchie normative feudali in quanto si manifestava come una società piccola e fortemente conservativa, in cui i rapporti tra sudditi e feudatario erano immediati e continui. In questo statuto, come si può ricavare dalle trascrizioni successive, venivano riportate ed aggiornate molte delle normative emanate con opportuni bandi dai suoi predecessori, riguardanti i più disparati campi delle attività del piccolo Stato farnesiano: dai regolamenti di giustizia, alle cariche amministrative della Comunità, alle attività agricole, alle tariffe da tenersi da parte dei vari artigiani e cosi via.

Nel 1585 Mario fece costruire a sue spese il convento dei Cappuccini, su pressioni del fratello Ferrante, vescovo di Parma, che intendeva edificarne uno in contrada Montebello a Latera, dove si era ritirato essendo intervenuti dei malumori nei confronti dei signori del Ducato emiliano; la costruzione del convento dei Cappuccini fu poi realizzata a Famese e non più a Latera; lo stesso vescovo lo inaugurava il 4 Gennaio del 1587.
Mons. Ferrante Famese fu un grande sostenitore dei Francescani ed a loro donò la chiesa parrocchiale di S. Maria del Borgo Taschero a Parma e nel 1602, per suo intervento, fu possibile realizzare il convento dei Cappuccini di Novara.
Sui religiosi di questo ramo laterale della famiglia Farnese andrebbe approfondito lo studio, non tanto per l'opera nell'ambito della Chiesa, di cui qualcosa si conosce, quanto sulla loro azione di governo in questo piccolo Stato. Infatti, mentre i signori effettivi erano impegnati fuori dello Stato, chi governava in loro vece erano appunto i fratelli, o i figli avviati alla carriera religiosa: mons. Ferrante, ma anche Diofebo e Girolamo.
Mario Farnese, l' 11 Agosto del 1587, sposò Camilla Lupi, figlia, secondo alcuni autori, di Diofebo marchese di Soragna (nel Ducato di Parma e Piacenza) e di Isabella Pallavicino in realtà nipote del marchese e figlia di Giampaolo di Soragna. Tale errore porta il Litta (Odorici 1868) ad attribuire a Mario un'altra moglie di cui non riporta il nome, figlia di un non meglio identificato Giampaolo e di Isabella Pallavicino di Cortemaggiore. Come tante volte nella storia dei Farnese siamo in piena confusione. Sta di certo che già nel XV secolo si era estinta con un Diofebo la discendenza maschile dei Lupi di Soragna, per cui il potere passò al nipote Giampaolo Meli (che nel 1530 otteneva da Carlo V il privilegio di ornare il suo stemma con l'acquila bicipite dell'impero asburgico). A questi successe Diofebo II Meli Lupi

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