Documento I - Dal Libro dei Consigli 1550-1578, n. 71, cc. 67-68
Die 19 jannuarij 1567

Orlando del pisano si offerisce et si abbiga con idonea sicurtà condurre lacqua de nempe allorto de Giulio de paulorso, et per suo premio vole scudicento de moneta, et olio per il lume con pacto et convenctione che per insino a tanto non haverà esso Orlando cavate trenta canne, non vole cosa nisciuna, et da quello impoi, esser sovvenuto da mano in mano.
   Magister Alfonsius unum ex hominibus in dicto consilio assistens, surgens et accedens ad locum consulendo et super proposita vulgari loquendo dixit pro ut infra videlicet.
   Io so de parere che si dia, a mastro orlando, questo che lui si obliga cioè di condurre lacqua de nempe allorto de Giulio de paulorso, et si gli dia li detti cento scudi, si come luj domanda, et olio quanto li serà di bisogno per tale servitio: et li priori habiano hautorità quanto il presente consiglio de contractare obligare quanto lui domanda como de sopre et quello habia, havere rato grato et fermo, havertendo, che detti priori debiano pegliare da esso mastro Orlando idonea, et sufficiente sicurta.
     Magister petrus franceschus idem confirmavit.
     Magister baptista idem confirmavit.
     Menicus galantis idem confirmavit.
     Vinctum et obtentum fuit viva voce, et nomine discrepante.


Documento II - Dal Libro degli Atti diversi 1539-1578, n. 70, cc. 121-122
Adj XXV jannaro 1567 

Cavo della Fontana del Bottino grande sotto Galeazza

Per questa presente se fa noto a tuttj, che legeranno, qualmente, costituto spontaneamente dinanzi, a me vice potesta de farnese et personalmente Orlando del pisano, al presente, et mastro lordeo de girardo corso, et p° de paulorso, et dino de miza, priorj de detta terra, con bona licentia, et consenso dello Illustrissimo Signor fabio farnese, nostro patrone, il prefato orlando, promette e si obliga, dare sicuramente conducta lacqua de nempe, a, piedi alla piagia della galeaza, cioè de qua, verso la terra, all'orto de julio de paulorso, e si intende che habia, a fare il detto orlando un cavo, o ver condocto, sotto la galeaza propria,dove habia da venir la detta acqua cioè forare il poggio, imperò, li prefatj priori con li prefatj priori con licentia come de sopra, gli habiano, a fare al detto orlando per suo premio, et merce scudi cento de moneta, et olio quanto logra per tale exercitio, jmpero se intende che caso che per condurre la decta acqua facto la havesse detto orlando il detto cavo, e foro immondo che stassi bene, et ce bisognarsi altre spese cioè conducti, et semili, che la detta communità sia obbligata lei a tale spesa, et non orlando, et che la detta comunità sia obbligata a dargli de mano in mano, et caso che il prefato orlando, non conducesse la detta, aqua, per spatio de dui anni, il detto orlando, si obbliga, et promette integralmente restituire tutti denarj, et spese che la comunità havesse fatte et date, et de novo si obbliga se et sui beni mobilj et immobilj presenti et futurj... 
 
 
 


Documento III - Dal Libro dei Consigli 1550-1578, n. 71, cc. 182v 
Die 29 octobris 1570
  Publico et generali consiglio, more solito etc...
     ...Et più che la mente de Jllustrissimo segnor Galeazzo, e che sj tirasse per condurre l'acqua de la fontana cavata da orlando, che che tutto se farra con una decina de scudj in circa et già che se ha fatto il magiore et deve far il minore et godere del acque puoj che tanto, se ne parte in farnese ect...

 
 
 

Documento IV - Dal Libro dei Consigli 1578-1613, n. 72, cc. 291-292 
Die 11 jannuarij 1612
     D'ordine di Monsignor Illustrissimo Abbate* nostro perpetuo padrone si dice alle Signorie Vostre che vedendo S.S. Illustrissima quanto si patisca d'acqua in questa nostra terra, e quanto scomodo, danno e poca riputazione ciò rechi,così in particulare, come in universale; per benefitio publico, ha in animo di far condurre l'acqua di S. Martino qui in Farnese, dalla quale, si per poter con essa far cartiere, valchiere, arte di lana, et altro, et in esse arti applecati con grandissimo utile e figlioli, et fratelli, et altri nostri, come anco per riputazion del luogo, e commodità di essa, che havendola in casa non occorrerà andar lontano un miglio, e più, con grandissimo nostro scomodo, e perdimento di tempo a prenderla come si è fatto sin al presente, e per haversi grandissimo utile. Per il che S.S. Illustrissima ha pensato di affittar le bandite di questa comunità per nove anni, o per più, e dall'affitto di esse pagarne il conduttore di detta acqua il quale con sicurtà, si obbligarà di condurla in un Anno solo per sei Mila scudi, metà a mezzo del tempo, e metà in fine...

   * "Monsignor Illustrissimo Abbate" si riferisce all'abate Diofebo, figlio di Mario Farnese, elevato a Patriarca di Gerusalemme nel 1621, come da lettera conservata nell'Archivio Comunale di Farnese del 17 febbraio 1621 (Dal fascicolo dei documenti ad anno 1530-1621).
  Nel 1612 si trova a reggere il feudo in vece del padre.

 
 
 


Documento V - Dal Libro dei Consigli 1615-1680, n. 73, cc. 11-13 
Die 4 octobris 1617
     Havendo noi visto il patimento che la nostra terra di Farnese patisce per il mancamento dell'acque, habbiamo più volte fatto congregare il numero dell'otto, per trovar modo in far che per l'avenire la detta nostra terra non patisca di una strettezza simile, essendi l'acqua una delle cose più necessarie per mantinimento dei luoghi, et essendosi il commune volere giudicato che sia bene, anzi necessario di far condurre  lacqua di santo Martino, come più volte se ne parlato si propone alle Signorie Vostre, con licenza però dell'Illustrissimo et Eccellentissimo segnor Mario Farnese Patrone, se par bene,e sia necessario di condurre detta acqua, et trovar il modo manco dannoso alla nostra comunità, et publico per far la detta spesa.
   Inoltre trovandosi questa nostra Comunità con notabil somma di debiti, et interessi che paga annualmente, si propone di trovar modo di accrescere per qualche maniera l'entrate della Comunità, acciò o si possa condurre detta acqua, overo di venire al'extintione dei debiti. Però si da autorità a ciascuno, che possa sopra ciò dir liberamente il suo parare.
   Messer Giulio Piglialarme consultando disse che stante l'estrema necessità nella quale si trova questa nostra terra per mancamento dell'acqua, delle quali quasi a fatto siamo restati privi, io son di parere che si faccia condurre per ogni maniera possibile l'acqua di santo Martino, et in quanto alla spesa io giudico che sia bene per manco interesse della Comunità, e di tutti i particolari, che oltre le bandite che si vogliono vendere ogni anno, si vendano ancora la bandita che tocca ai bovi, la gianda del Lamone, et ancora la spica di tutte le riccolte, acciò si possa crescere questa entrata con la quale più facilmente si possa far condurre la detta acqua, o extinguer debiti della Comunità. Dichiarandosi però che nella vendita della gianda del Lamone non s'intenda pregicare in modo alcuno al pascolo dei bovi, pecore, et capre, li quali lo possono godere liberamente secondo il solito rimettendomi in tutto et per tutto alla buona gratia di S.E. Illustrissima, alla quale giudico doversi supplicare accio ci dia licenza di fare le cose suddette
Antonio Bianconi conferma il medesimo
Uliviere di Marchione
Menico di Basilio
Uliviere di Scorta
Menico di Silvio

   2) - Messer Giovanni Battista Fagiani consultando disse che se bene necessario di far venire l'acqua per la necessita grande, che se ne patisce, non di meno io son di parere che si venga prima all'extintione dei debiti di quali la comunità è gravata, et per questo effetto dico che sia bene, che si vendino le suddette bandite, et pascoli liberi senza alcuna riserva, fuor che i bovi, quali possino pascolare liberamente nel lamone, si come per il passato, et il denaro che si troverà per dette bandite di spica, et lamone, io son di parere si debba applicare alla Fabrica del Monasterio novamente da erigersi da S.E. Illustrissima essendo ciò di molto profitto spirituale di tutta la terra poiché S.E. così pienamente si è applicata a far quest'opera santa senza haver riguardo alla spesa notabile che vi bisogna et quello poi si ritrarrà dalla vendita dei pascoli di bovi si debba impiegare per l'estintione dei debiti.

   3) - Bastiano di Gilio consultando disse, io dico che è bene che si conduca l'acqua et che a detto effetto si debba vendere la bandita dei bovi, et la spica ma che il lamone non lo possi pascolar fuor che i bovi, et sia riserva solamente del bestiame baccino et in quanto alle pene si paghi il solito nelle bandite. Menico di Vannuzzo riferma il medesimo.

   4) - messer Marco Antonio Platonio conferma che si conduca l'acqua, et che si vendi la bandita dei bovi, et la spica, ma che si lasci il lamone libero a tutta sorte di bestiame, et che nel condurre detta acqua, si supplisca per tre o 4 opere percasa come meglio parerà a S. E. Illustrissima.
Fabritio Sidonio conferma il detto del Platonio
Andrea di Battista il medesimo
Curtio di Cesare
Menico di Cecco Polonia
Amulio Simonelli
Giovanni di Battista di Leandro
Anton Pietro
Ranutio Falrutio
Vittorio Allegretti
Ottavio Lanzi
Giulio Petrazzi
Laudentio Giachetti
Giovan Battista Rota
Bonifatio Bottardi
Vincenzo Inciampa
Cesare di Britio
messer Petruzzo Matthia dice che si vendano tutti pascoli et il lamone senza alcuna riserva, et per aiuto di condur questa acqua, o della Fabrica da tutti quelli che hanno vigne seano obblegati di dar mezza soma di vino per servitio come meglio parera a S.E. purché non si venda l'herba delle vigne...

Consigli 1615-1680 - c. 13
4 ottobre 1617
   Illustrissimo et Eccelentissimo Segnor e Patrone nostro...
   Li Priori della Comunità di Farnese e Vassalli, e Servitori di S.E. Illustrissima li espongono qualmente havendo visto più volte il bisogno grande di acqua che patisce questa terra, et più volte havendone trattato di questo con li huomini dell'Otto, et essendosi di commun volere giudicato che sia bene di far condurre l'acqua di Santo Martino, hanno finalmente fatto radunare il Consiglio Generale con licenza però di S.E. Illustrissima accio si terminasse se era bene far condurre la detta acqua, e si trovasse il modo di far anco la spesa, onde havendo il Consiglio generale determinato nel odo, che S.E. può vedere nel retroscritto foglio, supplicano S.E. Illustrissima a voler degnarsi di confermare detto consiglio, et darci licenza di esseguir quanto si è in esso determinato, et concluso, che il tutto riceveranno dalla buona gratia di S.E. Illustrissima quam Deus.


Documento VI - Da Istrumenti della Comunità, 1616-1683, n. 239, cc. 11-12 
In Dei nomine Amen - Die 7 mensis octobris 1617
Mastro Claudio d'Alfonso dall'Aquila, et Gasparro d'Hercole da Andreoco Diocesi di Civita Ducale Habitante a Capodimonte, spontaneamente, promettono et ciascheduno di loro in solido promette alla Magnifica Comunità di Farnese et per essa alli Magnifici signori Priori Alessandro Matthia Cecchone di Andrea, et Belardino di Ferro, presenti di far cavo dell'acqua di santo Martino, cominciando dalla fonte suddetta, et seguitando per i luoghi, et strade infrascritte perfino alla terra di Farnese, con li infrascritti patti, capitoli, 
conventioni, et prezzi, come in un foglio descritti, quale consignorno a me Notaio infrascritto del tenore che segue cioè. 
Patti, capitoli, et conventioni fatti et stabiliti, tra la Magnifica Comunità di Farnese el mastro Claudio d'Alfonso dal'Aquila, et Gasparro d'Ercole da Andreoco Diocesi di Civita Ducale cavatori per il cavo da farsi per la condotta dell'acqua di Santo Martino. 
Et prima detti mastro Claudio, et Gasparro si obligano di fare a tutte loro 
spese di ferri, legni et corde et ogni altra cosa tutto il Cavo che bisognerà per 
condurre detta acqua di Santo Martino fino alla terra di Farnese tanto coperto, come scoperto, forar Monti, far pozzi, gitti, et cavi, et ogni, et qualunque altra cosa per i luoghi, et strade conforme al livello, che li sarà ordinato dal1'Architetto qual cavo, et pozzi li detti mastri si obligano farli bene, et diligentemente altrimente vogliono esser tenuti insolido ad ogni danno interesse. 
Che detti mastri Claudio, et Gasparro siano obligati incominciare il detto 
Cavo al principio di Novembre prossimo o al piu lungo ai 15 di detto Mese 
et seguitarlo sino alla fine di esso cavo, con tutta quella quantità di opere: et 
Manuali che gli sarà ordinato dalli Deputati sopra ciò li quali si reguleranno 
conforme alla quantità del denaro che si troveranno in essere di man in mano, 
acciò eglino non habbino occasione di lamentarsi. 
 che il cavo che anderà coperto debbano farlo alto palmi sette, et largo palmi cinque, conforme a quello il detto mastro Claudio ha fatto per la Comunità di Toscanella, al quale si habbi relatione dandogli illivello, che li sara ordinato dall'Architetto.
che tanto detto Cavo, quanto i pozzi che saranno necessari da farsi siano
misurate a canne farnesane, et a canne andanti.
che non possino fare maggior numero de pozzi di quello li serà ordinato
dall'architetto.
che il Cavo che anderà coperto debba farlo secondo le mesure che lì darà l'Architetto, et non altrimente.
che la detta Magnifica Comunità di Farnese sia obligata darli stanza per
loro et un cellaro gratis, et senza pagamento alcuno.
Item che detta Comunità sia obligata darli l'oglio che ragionevolmente si
logrorà se però cosi ha fatto seco la Comunità di Toscanella, come esso mastro
Claudio dice, per fare i cavi coperti, et non per altro.
Convengono che per prezzo di questo lavoro in quanto ai Cavi sotterranei, e pozzi se gli dia uno scudo alla canna andante, in quei luoghi però che i cavi si faranno in tufo, o arena dura, Ma dove si caverà terra overamente arena dolce, o sciolta si paghi mezzo scudo la canna andante che al medesimo prezzo col detto riguardo si paghino ancora i pozzi, ma dove si trovasse macigno, o selce si debba pagare a stima, quando però 1'Architetto non trovi strada da sfugirlo.
che il cavo che si farà scoperto debba esser pagato al prezzo che giudicherà 1'Architetto il quale nel stimarlo doverà haver riguardo a proportione all'accordo fatto del Cavo coperto, et non ad altr'uso, o costume.
Che la Magnifica Comunità sia tenuta prestarli anticipatamente cento scudi
di moneta cioè scudi cinquanta in tanto grano a ragione di giulij 32 la soma,
et l'altri scudi cinquanta in denari per posserne far provisione di vino, ferri,
secchi, corde, et di molte altre cose che per il detto effetto li bisogneranno,
quali denari se ne debbi la Comunità rimborsare nel fine dell'opera.
Et acciò i detti mastri possino quanto prima fare le provisioni necessarie
per il detto lavoro detti signori Priori li sborsonno li sopradetti scudi cinquanta
di moneta pauli 10 per scudo quali danari li prefati mastro Claudio, et Gasparro manualmente, et incontanti in presenza di me Notaro et testimonij infrascritti I'hebbero et ricerno per le mani di messer Ranutio Fabritio Camerlengo, quali scudi cinquanta li tirorno a se...


Documento VII - Dal libro dei Consigli, 1615-1680, n. 73 (Ricevuta di pagamento) 

Priori di Farnese

Magnifico Signore Marco Antonio Platonio nostro Depositario vi piacerà
pagare al Signor Antonio Sanali nostro Podestà scudi sei di moneta quali se li donano in ricompensa per haver fatto le spese piu di un mese al Signor Cherubino Architetto del cavo dell'acqua di Santo Martino et questo per ordine di S.E. che con ricevuta in piede di questo si faranno buoni a cunti.
In fede vostri questo dì ultimo dicembre 1617.


Documento VIII - Da Istrumenti della Comunità, 1616-1663, n. 239, cc. 18-20
Die mensis Augusti 1618
.. Patti, capitoli, et conventioni fatti, et stabiliti tra la Magnifica Comunità di Farnese, et Mastri Antonio Faroldi, et Aloigi Vassalli per I'opera di muro che farà il bisogno per servitio della fabrica del condotto da farsi per condurre l'acqua della fonte del Paradiso a Farnese. 
Et prima detti Mastri Antonio Faroldi, et Alouigi Vassalli promettono, et solennemente si obligano di fare tutti li muri tanto sopra terra, quanto sotto, volte, archi, astrichi, riciature, conci, et ciò che farà di bisogno per servitio di detta fabrica con i prezzi et patti infrascritti, e di piu si obligano di condurre detta acqua tutta, et di mantenerla per quattro o sei anni continui; et mancando per diffetto loro siano tenuti, si come vogliono ad'ogni danno, spesa, et interesse, et sia lecito alla detta Comunità di metterci altri mastri a spese loro, 
e far quello che li parerà necessario perché la detta acqua venga, et si mantenga. 
2° - detta Magnifica Comunità et per essa detti Magnifici Signori Priori, et huomini dell'otto promettono, et solennemente si obligano di dare la calcina che bisognerà per detta fabrica condotta ne i luoghi che essi Mastri dichiararanno, similmente di far condurre i sassi, e la rena, ne i luoghi che detti mastri dichiararanno, dovendo però detti Mastri far cavare loro i sassi, e la pozzolana a loro spese, ne meno detta Comunità vole esser tenuta a dare ne legnami, ne corde, ne ferri, nissun'altro instrumento si dara bene commodità 
di poter far detto legname senza pagamento d'arbori. 
3° - detta comunità, et per essa detti signori Priori, et huomini dell'otto promettono di pagar il denaro secondo i prezzi e patti infrascritti, seconldo il lavoro che faranno di mano in mano, e tuttavolta che parerà a E.S. inoltre promettono di dare stanza gratis per posser dormire ai lavoratori et ai Mastri. 
4° - detta Magnifica Comunità darà l'obligo de Cavatori, i quali per instrumento si sono obligati di far tutto il cavo per la condotta di detta acqua al prezzo che in detto instrumento appare, doveranno però detti Mastri haver una che i Cavatori faccino il lavoro conforme all'instrumento e regolari che vadino a livello perché ad essi mastri se ne lascerà la cura a a loro toccaranno provederci. 
Capitoli in quanto al modo de muri et prezzi d'essi cosi stabiliti, ct convenuti fra le suddette parti. 
   Primo li muri che faranno di bisagno per servitio di detta Fabrica sopraterra quali devono esser di selce ben spezzati, et minuti, che la sua grossezza per ogni verso non eccedino a mezzo piede farnesano, e detti spezzarli in luogho piu sicuro che sia possibile, al lavoro che si deve fare, acciò la Magnifica Comunità di detto luogho li possi far condurre nel lavoro proprio, così ancora cavar la puzzolana alle spesi di detti mastri, et condotta a spese della detta Comunità, quale anco li darà la calce bianca bagnata nelle fosse che essi mastri hanno ordinato, e detti muri si intendino arricciati da uno, o da due bande secondo farà il besogno, per prezzo di un scudo et baiocchi cinque di moneta la canna farnesana. 
   2° - Li muri sotterranei dove andrà calato la robba per li pozzi, o altro in luoghi scomodi da farsi delle materie come sopra per prezzo di scudo uno et baiocchi trentacinque la canna farnesana 
   3° - le volte sopra le sponde della forma del condotto dove andrà scoperto che si debbano misurare in piano il vano di esse, quali volte devono esser grosse in cima palmi 2 si moltiplicaranno per muri 2½ . 
  4° - le volte sopra la forma sotterranea dove farà bisogno, quali doveranno armarsi a pezzo a pezzo di 4 o V palmi per pezzo si moltiplicaranno per muri 3 da misurarsi il vano come sopra. 
   5° le volte sopra la forma scoperta, et in particolare dove è la botte, et al passar del ponte sopra l'olpita debbano tenerle per di fuori ovate, e quelle misurare come si è detto, senza pretender altro, ma che le moi sponde, che sono sotto si devano arricciarle sino che raguagliano il detto sesto fatto di fuoi per muro dritto ordinario al prezzo che si è detto cioe per 2½ . 
   6° - li Archi che faranno di bisogno per fare il passo sopra I'Olpita di vano pal. 20 sino in pal. 40 quali devono essere grossi in cima palmi 3½  Rom. fatti di buona materia si moltiplicaranno per muri n° 4. 
   7° -1'Arco di mezzo in detto luogo, quale sarà di vano pal. 65 grosso in cima pal. 4 Rom. si moltiplicarà per muri n° 5 ½. 
   8° - Li Astrichi di Coccie peste dove farà di biisogno per servitio di detta Fabrica tanto sotto, come sopra terra dandoli la Comunità la robba che farà di bisogrlo quali astrichi si faranno grossi pal. ½ rom. con suoi smussi a canto le sponcie che si alzano si faranno per prezzo di baiocchi 40 la canna andante. 
   9° - le colle di coccie peste dove faranno di bisogno dandoli la Comunità la robba come sopra si faranno grosse pal. 1/6 rom. per prezzo di baiocchi 50 la canna farnesana quadrata. 
   10° - le colle ordinarie che andaranno di fuori sopra le volte in luogho scoperto, o altri si faranno per prezzo di baiocchi 20 la canna quadrata farnesana. 
   11°  Li conci di tufo per le cantonate, et archi dove faranno di bisogno long. pal. 2 ½ lar. p. 1½  grossi p. 1 o piu Rom. si pagheranno per prezzo di baiocchi cinque il piede. 
   12° - Bisognando piantar passoni alla botte e suoi pilastri, o in altri luoghi, quali detti mastri saranno obligati andarli a tagliare dove li sarà ordinato, e la Comunità condurli nel luogho, dove faranno di bisogno, et detti mastri piantarli, se saranno di lunghezza di p. 5 in p. 8 baiocchi cinque l'uno e di pal. 8 in palmi 12 per prezzo di baiocchi 8 l'uno et così all'altri bisognando pro rata... 

 


Documento IX - Da Istrumenti della Comunità, 1616-1663, n. 239, cc. 21-22
Capitoli per il cavo della Botte da farsi per la condotta dell'acqua di santo Martino 

In Dei nomene Amen - Anno Domini 1618 indictione prima die vero 18 mensis octobris summo sedente Pontifice Paulo divisa providentia Papa V° anno eius 14 - cunctis publice pateat et notum sit qualiter costituiti personaliter coram Illustrissimo et Excellcntissimo Domino Mario Farnesio, Perpetuo Patrono, me Notario ac Testibus Menicus Marci, Petrus janni, ct socij omnes de terra laterae sponte, non vi sed omnibus meliori modo, via, iure, causa, et forma quabus magis, malius validius et efficacius de iure potuerunt et debuerunt possuntque et debent promiserunt et solemniter se obligarunt Magnificae Comunitati terrae farnesij et pro lea Magnifico Domini Laud.° giachetto presenti, aceptanti er pro dicta Comunitate de ordine dicti exellenlissimi Patroni, in absentia Dominorum Priorum dictae Comunitatis legitime stipulanti facere omnem foveam necessariam et opportunam ad dolium vice ut dicitur alla Botte della acqua da condursi di santo Martino, cum infrascriptis pattis et capitulis inviolabiliter per almbas partes observandis.
   Prima detti Menico, et Pietro con compagni si obligano di far tutto il cavo per la Botte dell'acqua di Santo Martino da condursi, che sarà necessario per detta Botte, secondo li sarà ordinato dalli mastri Antonio Faroldi, et Aluigi Vassalli Capomastri, tutto alle loro spese, senza che la Comunità se ne restenta in cosa  alcuna de ferri, legnami, et altro che sarà di bisogno.
   2° - convengono, secondo I'ordine di detti capomastri di fare detto cavo che sia largo cinque piedi e mezzo, et alto, e basso quanto farà di besogno, ancoche bisognasse cavar molto a basso, senza saper pretendere altro che un scudo alla canna da misurarsi alla canna andante farnesana, et non in altro modo, che così si obligorno et promisero.
   3° - che detta Comunità sia obligata, come il detto Messer Laud.° a nomedi essa, et per ordine del suddetto Excellentissimo signor Padrone si oblega e promette di pagare alli detti Menico, Pietro et Compagni secondo il lavoro che faranno, o da farsi a buon conto, tutta quella quantità di denaro che parera a S.E. Illustrissima in quel modo che lei ordinerà a ragione pero di un scudo alla canna farnesana da misurarsi acanna andante come sopra.
Que omnia supradicta contrahentes promiserunt attendere, Pro guibus se ipsos, heredes, et bona, in ampliori forma camere apostolicae cum suis clausilis obligarunt, rt sic tactis iurarunt, Renuntiantes, Rogantes.
Aclum Farnesii in Arce Illustrissimi et ExceUentissimi Domini Patroni coram, et presentibus Domino Octavio Lanzi, et Domino Alexandro Matthia de Farnesio testibus.
Vincentius Barlot.s Cancellarius et Notarius rogatus.


Documento X - Dal libro dei Consigli 1615-1680, n. 73, cc. 19-20
 Offitiali della Magnifica Comunità di Farnese per l'anno 1620. 
Eletti, et reconfirmati dall'Illustrissimo et Eccellentissimo Signor Duca 
di Latera Perpetuo Padrone questo dì 10 maggio 1620. 

Thomaso Rota - Camarlengo et Depositario 

Tiburtio Lamorte
Belardino di Feno             Santesi

Bonifatio Buttardi
Agostino Cechaccio          Huomini dell'arte
Mattheo Biancini

Giovan Battista Fagiani 
Angelo Frantino                 Sindeci 

Bonifatio Buttardi
Laudentio Giachetti            Soprastanti alla condotta dell'acqua

Mastro Antonio Faroldi
Aron di Piero
Gasparro di Baldavano
Fabritio Lidonìo                  Maestri di strada et viali

Francesco d'Ortencio
Mattheo di Rutlio
Giovanni Battista Faroldi
Giovanni Maria Calderano
Oloviero di Scorta
Bastiano di Mencione          Stimatori

Gasparo di Baldavano
Alessandro Rota                  Rividitoti de pesi,
Antonio Bastaro                   misure, et altre cose

Menico Silvio
Ottavio Lanzi                        Rividitori de grani
 


Documento XI - Dal libro dei Consigli 1750-1786, n. 74, cc. 31-32
Giovedì 26 Aprile 1759
 In occasione che il nostro uditore si è dovuto portare a Vallecupa per altri
nostri, e di questo Principato affari si è incaminato verso S. Umano, e appena
passato il Convento di S. Rocco, si avvide, che radente, e vicino al medesimo
vi era un viottolo, e poco più in là una possessione olivata con cancello chiuso,
e murata, e avendo richiesto di chi fosse, gli è stato risposto, che era della casa
Torriani, e si stendeva molto in giù sino alla Fontana secca, e quasi diruta, che
è per la strada maestra di  Vallecupa,  della quale avendone richiesta la denominazione, 
gli fu risposto, che denominavasi la Fontana di Monte Fiano, e ricercato egli, perché non vi era acqua, e se vi era mai stata, gli fu risposto che vi era stata, e vi doveva ancor essere; poiché nascendo detta acqua nella possessione superiore del Torriani suddetto tutto il popolo andava colà a prenderla; e detto Torriani desiderando Iiberarsi dalla servitu del passaggio, e transito per detta sua possessione, come s.° chiusa, si obbligò, e vi è in Cancelleria Comunicativa I'istrumento, con quale si obbligò di condurre in strada, e di mantenere alla fontana suddetta l'acqua; sicché si propone all'E.S. e alle Sig.rie loro,
se convenga obbligare detto Torriani a riportare in strada, e dalla fontana suddetta l'acqua, e per ciò debba la Comunità risarcirla, e metterla in stato di riceverla...
...Fu risoluto, che si obblighi il Torriani a diportare l'acqua in strada, e che
la comunità debba risarcire la fontana, e perché detta acqua a preso qualche deviamento dalla parte opposta, però se occorre farvi qualche spesa grave, supplichi il'I'orriani la Comunità per qualche ajuto, che potesse bisognargli, e la stessa Comunità ne supllicherà S.E. la quale a misura del bisogno, e dell'entrata Comunitativa regolerà i suoi passi; ma intanto  resta incaricato magistrato, e al Podestà a promuovere le sue istanze contro il Torriani, e il detto Torriani dal canto suo faccia quello che deve, e mantenga perennemente in strada I'acqua suddetta.


Documento XII - Dal libro dei Consigli 1750-1786, n. 74, cc. 179-179v
Adì 29 Aprile 1871

... Mattia Cancelli, che da tre anni in circa dimora qui in Farnese esercitando L'Arte del Fornaro, ha fatte alcune diligenze, e lavori per rirnettere L'Acqua perduta, e mancata della fontana del Bottino grande, la quale ora si vede qualche poco cresciuta, a fatto istanza, che per ricognizione di questa sua diligenza gli venga somministrato da questa Comunità qualche porzione di grano, o ......;Onde si desidera, che le Sig.rie Vostre dicano, che cosa gli si può< dare per ricognizione.
Sopra la qual Proposta avendo fatto riflessione, colloquio; fu risoluto, che per ora la Comunità dia per ricognizione al detto Cancelli duo somme, e cinque staja di grano, ed intanto si stia a vedere, se nell'agosto prossimo l'acqua regga, e continui in quella quantità, che si vede al presente, ovvero si diminuisca, poiché, reggendo, e mantenendosi nell'istessa quantità, che è al presente, si potrà vedere e considerare se meriti altro.


Documento XIII - Dal libro dei Consigli 1750-1786, n. 74, cc. 179-179v
Adì 29 Aprile 1871

... La penuria dell'acqua che in tutto l'anno, e segnatamente nei tempi del Maggior Bisogno si prova entro la terra di Farnese, attesta la tenuità che ne somministra la pubblica Fontana, richiedendo, che si pongano nuovamente in pratica tutti li mezzi, all'effetto di provedere a così urgente necessilà, si propose in primo luogo nel consiglio tenuto avanti detto Sig. Uditore di deputare persona idonea per intendersela con il Capomastro Bartolomeo Mondini per intracciare le vicine Sorgenti livellando le medesime per unirle al Bottino pubblico, quando sia ciò eseguibile, o deviare in caso contrario da un tale livello, allorché si trovasse una Copiosa Sorgente incompatibile con il medesimo.
>Per il Suddetto sistema proposto, fu deputato Andrea Ceccarini, come persona che per tal oggetto aveva dimostrato del zelo in altre consimili occasioni, e fu incaricato di riferire il tutto alli E. S. Padrone, fatti che fossero gli opportuni esperimenti dal riferito Capo Mastro Mondini, o da altro Soggetto, che abbia cognizione delle diverse acque Vaganti vicino al Paese e dare un raggionato dettaglio della Spesa Necessaria per fare il tutto esaminare in Roma alli Idrostatico dell'E. Sua. In Seguela di ciò fu tentato un esperimento nel fosso di la dalla Galeazza detto di Maragnone, e riconosciutasi impossibile l'operazione, non resta che a tentarne dei piu prossimi vicino alla terra...


Documento XIV - Analisi dell'acqua della Sorgente Botte, 12/12/1882
Resultamenti avuti dell'analisi In 1 litro di acqua.

Cloro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Gr.:  0,02330
Anidride solforica  . . . . . . . . . . . Gr.:  0,00704
Anidride carbonica  . . . . . . . . . . Gr.:  0,02740
Anidride silicica  . . . . . . . . . . . . Gr.:  0,15650
Ossido di potassio. . . . . . . . . . . Gr.:  0,01548
Ossido di sodio. . . . . . . . . . . . . Gr.:  0,02033
Ossido di calcio . . . . . . . . . . . . Gr.:  0,02856
Ossido di magnesio  . . . . . . . . . Gr.:  0,00810
Ossido di alluminio e di ferro  . . . Gr.:  0,00100
Materie organiche . . . . . . . . . . .  Gr.:  0,00550
----------------------------------------------------------------------------<
                                                  Gr.:  0,19321

Specchietto delle sostanze sciolte nell'acqua desunto
dai precedenti resultamenti in 1 Litro d'acqua

Cloruro di sodio . . . . . . . . . . . . . . Gr.:  0.03840
Solfato di calcio . . . . . . . . . . . . . . Gr.:  0,01197
Carbonato di calcio . . . . . . . . . . . .Gr.:  0,04213
Carbonato di magnesio . . . . . . . . . Gr.:  0,01700
Silicato di potassio . . . . . . . . . . . . Gr.:  0,07198
Alluminio e ossido ferrico . . . . . . .  Gr.:  0,00100
Materie organiche . . . . . . . . . . . . . Gr.:  0,00550
-----------------------------------------------------------------------------
                                                     Gr.:  0,18798

Prof. Giacomelli
N:B: - La differenza di Gr.: 0,00523, la quale si verifica fra le gamme dei due  prospetti è dovuta all'ossigeno calcolato nell'ossido di sodio, e che non entra nella composizione del cloruro di sodio.



Documento XV - Delibera Consiliare n. 27 del 28/6/1885
Approvazione del progetto del pubblico acquedotto

Come tutti sanno, questo paese difetta di acqua potabile. Esiste una sola fonte, la quale nella stagione estiva non rende acqua che in pochissima quantità, per cui gli abitanti sono costretti attingere l'acqua dalla fontana di Gressa distante dall'abitato circa Chilometri due, percorrendo una strada di forte discesa. Cio è un male gravissimo a cui bisogna porvi prontamente riparo, ricorrendo anche a sagrifici essendo I'acqua uno dei principali elementi della vita.
Non mancò questa Amministrazione Comunale di provvedere a tanto bisogno, però i vari progetti per la costruzione di un pubblico acquedotto che si succedettero uno di seguito all'altro, non riportarono I'approvazione del Genio Civile.
Finalmente questo Municipio si decise di rivolgersi alla Società Italiana delle condotte di Acqua perché risolvesse il non facile problema, sperandone da essa eccellente progetto ed equa previsione di spesa, però questo si rinvenne esageratissimo nei prezzi di stima, giacché I'importo ascendeva a L. 198.000.
Disimpegnatosi il Comune colla Società Italiana, venne dato I'incarico all'lngegnere Tuccimei, per la compilazione di un progetto conveniente. Infatti il medesimo ha presentato il progetto, la cui spesa ammonta a L. 115.000, riserbandosi di presentare quanto prima I'altro progetto per la costruzione di un mulino, per avere il modo di ottenere la macinazione dei cereali
entro l'abitato, offrendo pure il vantaggio e suoi proventi di somministrare una parte dei mezzi per la estinzione del mutuo che deve contrarsi per la costruzio nr di tali opere
Invita l'adunanza a voler deliberare al riguardo

II Consiglio
Visto il progetto per la costruzione del pubblico acquedotto, redatto dall'Ingegnere sig. Cesare Tuccimei.
Ritenuto che il medesimo è regolarmente redatto, e soddisfa pienamente i desideri di questo Municipio, è perciò meritevole senz'altro di essere approvato. A mezzo di votazione per alzata e seduta.
Approva con voti tutti favorevoli e nessuno contrario il Progetto in parola, la di cui spesa ammonta a L. 115.000.
Previa lettura il presente venne approvato e come appresso firmato

          Il Presidente                            Il Segretario                       Il Membro Anziano
      Ang. Mezzabarba                       E. De Angelis                           P. Moscati      



Documento XVI - Delibera Consiliare n. 21 del 4/4/1886
Nomina dell'Ing. Direttore dei lavori del pubblico acquedotto
II Presidente significa all'adunanza che essendo prossimi i lavori per la costruzione del pubblico acquedotto, si rende necessaria la nomina dell'Ingegnere Direttore.
Avendo interpellato il sig. Cesare Tuccimei redattore del progetto se accettava l'incarico, il medesimo con lettera in data 24 Marzo u.s. fece conoscere che si tiene ad onore che gli sia affidato, e per l'affetto che egli porta a questa popolazione sarà con vero piacere che esso potrà dire di avere contribuito insino alla fine a soddisfare il maggiore dei suoi attuali bisogni quale è quello delI'acqua potabile.
Il Consiglio
A mezzo di votazione segreta
Delibera con voti 7 favorevoli e 3 contrari
Di eleggere ad Ingegnere Direttore dei lavori del pubblico acquedotto, il sig. Cesare Ing. Tuccimei, col che però sia permanentemente in Farnese, non potendo, si faccia rappresentare da un Ingegnere di aggradimento del Consiglio.
 



Documento XVII - Dal fascicolo dei lavori pubblici, 1937 

OGGETTO: Offerta per la fornitura del pietrame lavorato (Pietra basaltina di Bagnoregio
                  necessario per la costruzione di una fontana decorativa, da collocarsi nella
                  Piazza Grande di Farnese

La sottoscritta Ditta Porchiella Serafino e Figli di Bagnoregio si onora sottoporre alla S.V. Ill/ma la seguente offerta per la fornitura del pietrame lavorato, necessario per la costruzione di una fontana decorativa nella piazza grande di Farnese:
La sottoscritta Ditta si impegna di fornire tntto il pietrame Iavorato (pietra basaltina di Bagnoregio), in conformità del disegno allegato per il prezzo complessivo di L. 14.000 = ((Quactordicimila). In tale prezzo si intende anche compreso il trasporto del pietrame da Bagnoregio a Farnese, nonché I'assistenza degli scalpellini per il collocamento in opera.
Il pietrame sara lavorato secondo le migliori regole dell'arte.
Il lavoro sarà consegnato ed ultimato in opera il 15 di Agosto 1937.
Il pagamento da parte del Comune delle LIRE QUATTORDICIMILA verrà effettuato in quattro annualità, senza corresponsione di interessi, in rate uguali, a partire dall'Anno finanziario 1938=.
La cubatura del pietrame, che verrà fornito dalla sottoscritta Ditta, risulta dal seguente calcolo:
Gradino intorno alla prima vasca dam. 5,80 x 3,14 x 0,40 x 0,15 mc.  1.090
Vasca grande:   zoccolo . . . . .    "     5,00 x 3,14 x 0,40 x 0,45  "     2.826
Vasca grande:   dado e cimasa    "     4,85 x 3,14 x 0,30 x 0,42  "     1.918
Vasca mediana . . . . . . . . . . . .   "     1,10 x 1,10 x 0,42 . . . =   "     1.294
                                                 "      2,00 x 2,00 x 0,37 . . .=   "     1.400
Vasca piccola . . . . . . . . . . . . .   "     0,40 x 0,40 x 0,68 . . .=    "     0.108
                                                 "      0,82 x 0,92 x 0,22. . .=     "     0.186
                                                 "      0,25 x 0,25 x 0,34. . .=     "     0.021
                                                                                          ----------------------
                                                                     Totale                "      8.923
Il prezzo globale di L. 14.000 = richiesto, e che rappresenta per la Amministrazione Comunale un prezzo assai vantaggioso, dato il complesso ed artistico lavoro della pietra, risulta dai seguenti elementi

1°) Prezzo della pietra lavorata in cava mc. 8.923 a L. 1.500 . . . . . . . . . . . L. 13.304,50
2°) Trasporto della pietra lavorata dalle cave di Bagnoregio a Farnese  . . . .  L.     657,97
3°) Assistenza degli scalpellini in opera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L.     675,00
                                                                                                             ----------------------
                                                                                           Totale          L.  14.717,47
che si arrotonda a L. 14.000 = (QUATTORDICIMILA).

     Nella fiducia che la presente offerta sia di gradimento della S.V. Ill/ma e con distinti ossequi

     Bagnoregio lì 4 Novembre 1936 - XV°



Documento XVIII - Delibera n. 98, fascicolo dei lavori pubblici, 1937 

N. 98 del 28 Novembre 1936 XV° 

OGGETTO: Demolizione pubblico abbeveratoio ed erezione fontana decorativa.

   L'anno millenovecento trentasei addì Ventotto del mese di Novembre negli Uifici Comunali, il Sig. Cav. Adolfo Moscati Podestà del Comune di Farnese, assistito dal Segretario Dr Saccà Antonino

IL PODESTÀ

   Considerato che in Piazza Vittorio Veneto, la principale del paese, esiste un pubblico abbeveratoio al quale affluiscono giornalmente numerosi capi di bestiame, che sono costretti data l'ubicazione dell'abbeveratoio ad attraversare buona parte dell'abitato, abitato percorso fra gli altri, dai bambini che si recano a scuola;
   Ritenuto che spostando tale abbeveratoio un pò a Sud, alla distanza di circa 100 metri, di fronte al Molino Comunale, in via S. Magno, si eviterebbe il passaggio delle bestie nel paese e che inoltre il nuovo abbeveratoio potrebbe essere comodo agli armenti custoditi nelle stalle poste nella stessa Via S. Magno ed oltre;
   Considerato ancora che a Nord del paese, in via Cesare Battisti, esiste uno spiazzale, il quale per essere un pò fuori mano, viene adibito dalla popolazione colà abitante a luogo di pubblico getto di rifiuti, rifiuti che nell'estate esalano odori nauseabondi costituendo un focolaio molto attivo per le mosche;
   Ritenuto di ovviare a Tale inconveniente costruendovi un'altro abbeveratoio da servire per gli animali che provengono dalla parte alta del paese; evitando anche a questi di attraversare l'abitato;
   Ritenuto che nell'Agoslo 1937 ricorre il Cinquantenario dello impianto  dell'Acquedotto Comunale e che per tale data si stanno preparando solenni festeggiameni per ricordare la data che segna il realizzarsi della più alta aspirazione del popolo Farnesano;
   Avuto presente quanto continuamente viene disposto per migliorare le condizioni igieniche dei paesi e degli abitati;
   Considerato che lo spostamento dell'abbeveratoio dalla piazza Vittorio Veneto ove è una bella piantagione di Tigli Argentea e fra essi I'albero che ricorda il compianto Arnaldo Mussolini si rende sommamente necessario anche perché I'erezione di due abbeveratoi in punti strategici per il bestiame, è di grande utilità per gli armentari tutti;
   Considerato che la Ditta Serafino Porchiella di Bagnoreggio, specializzata nelle costruzioni di Fontane decorative, ha sottoposto un preventivo di spesa per la costruzione di una Fontana che si ritiene accettabilissimo, anche per le condizioni di pagamento che non graveranno eccessivamente il Bilancio Comunale.
   Ritenuto di provvedere a tali opere nel più breve termine
DELIBERA

1°) Di demolire il pubblico abbeveratoio esistente in Piazza Vittorio Veneto e far costruire due abbeveratoi, l'uno in Via S. Magno di fronte al Molino Comunale e I'alrro in Via Cesare Battisti, nel luogo attualmente destinato a pubblico getto d'immondizie.
 2°) Contrarre colla Ditta Serafino Porchiella, la fornitura del pietrame lavorato necessario per la costruzione di una Fontana decorativa da collocarsi nella Piazza Vittorio Veneto, alle condizioni tutte dell'allegata offerta e dell'unito disegno presentati dalla Ditta Porchiella
   I pagamenti delle L. 14.000- importo globale della nuova fontana, sarà pagato cogli ordinari mezzi di Bilancio, in 4 annualità eguali, senza corresponsione d'interessi a decorrere dall'anno finanziario 1938 e con termine quindi nel 1941.

             IL PODESTA'                                                        IL SEGRETARIO
           F.to A. Moscati                                                         F.to A. Saccà