Orlando del pisano si
offerisce et si abbiga con idonea sicurtà condurre lacqua de nempe
allorto de Giulio de paulorso, et per suo premio vole scudicento de moneta,
et olio per il lume con pacto et convenctione che per insino a tanto non
haverà esso Orlando cavate trenta canne, non vole cosa nisciuna,
et da quello impoi, esser sovvenuto da mano in mano.
Per questa presente se
fa noto a tuttj, che legeranno, qualmente, costituto spontaneamente dinanzi,
a me vice potesta de farnese et personalmente Orlando del pisano, al presente,
et mastro lordeo de girardo corso, et p° de paulorso, et dino de miza,
priorj de detta terra, con bona licentia, et consenso dello Illustrissimo
Signor fabio farnese, nostro patrone, il prefato orlando, promette e si
obliga, dare sicuramente conducta lacqua de nempe, a, piedi alla piagia
della galeaza, cioè de qua, verso la terra, all'orto de julio de
paulorso, e si intende che habia, a fare il detto orlando un cavo, o ver
condocto, sotto la galeaza propria,dove habia da venir la detta acqua cioè
forare il poggio, imperò, li prefatj priori con li prefatj priori
con licentia come de sopra, gli habiano, a fare al detto orlando per suo
premio, et merce scudi cento de moneta, et olio quanto logra per tale exercitio,
jmpero se intende che caso che per condurre la decta acqua facto la havesse
detto orlando il detto cavo, e foro immondo che stassi bene, et ce bisognarsi
altre spese cioè conducti, et semili, che la detta communità
sia obbligata lei a tale spesa, et non orlando, et che la detta comunità
sia obbligata a dargli de mano in mano, et caso che il prefato orlando,
non conducesse la detta, aqua, per spatio de dui anni, il detto orlando,
si obbliga, et promette integralmente restituire tutti denarj, et spese
che la comunità havesse fatte et date, et de novo si obbliga se
et sui beni mobilj et immobilj presenti et futurj...
...Et più che la mente de Jllustrissimo segnor Galeazzo, e che sj tirasse per condurre l'acqua de la fontana cavata da orlando, che che tutto se farra con una decina de scudj in circa et già che se ha fatto il magiore et deve far il minore et godere del acque puoj che tanto, se ne parte in farnese ect... * "Monsignor Illustrissimo
Abbate" si riferisce all'abate Diofebo, figlio di Mario Farnese, elevato
a Patriarca di Gerusalemme nel 1621, come da lettera conservata nell'Archivio
Comunale di Farnese del 17 febbraio 1621 (Dal fascicolo dei documenti ad
anno 1530-1621).
Inoltre trovandosi questa nostra Comunità con notabil somma di debiti, et interessi che paga annualmente, si propone di trovar modo di accrescere per qualche maniera l'entrate della Comunità, acciò o si possa condurre detta acqua, overo di venire al'extintione dei debiti. Però si da autorità a ciascuno, che possa sopra ciò dir liberamente il suo parare. Messer Giulio Piglialarme consultando disse che stante l'estrema necessità nella quale si trova questa nostra terra per mancamento dell'acqua, delle quali quasi a fatto siamo restati privi, io son di parere che si faccia condurre per ogni maniera possibile l'acqua di santo Martino, et in quanto alla spesa io giudico che sia bene per manco interesse della Comunità, e di tutti i particolari, che oltre le bandite che si vogliono vendere ogni anno, si vendano ancora la bandita che tocca ai bovi, la gianda del Lamone, et ancora la spica di tutte le riccolte, acciò si possa crescere questa entrata con la quale più facilmente si possa far condurre la detta acqua, o extinguer debiti della Comunità. Dichiarandosi però che nella vendita della gianda del Lamone non s'intenda pregicare in modo alcuno al pascolo dei bovi, pecore, et capre, li quali lo possono godere liberamente secondo il solito rimettendomi in tutto et per tutto alla buona gratia di S.E. Illustrissima, alla quale giudico doversi supplicare accio ci dia licenza di fare le cose suddette Antonio Bianconi conferma il medesimo Uliviere di Marchione Menico di Basilio Uliviere di Scorta Menico di Silvio 2) - Messer Giovanni Battista Fagiani consultando disse che se bene necessario di far venire l'acqua per la necessita grande, che se ne patisce, non di meno io son di parere che si venga prima all'extintione dei debiti di quali la comunità è gravata, et per questo effetto dico che sia bene, che si vendino le suddette bandite, et pascoli liberi senza alcuna riserva, fuor che i bovi, quali possino pascolare liberamente nel lamone, si come per il passato, et il denaro che si troverà per dette bandite di spica, et lamone, io son di parere si debba applicare alla Fabrica del Monasterio novamente da erigersi da S.E. Illustrissima essendo ciò di molto profitto spirituale di tutta la terra poiché S.E. così pienamente si è applicata a far quest'opera santa senza haver riguardo alla spesa notabile che vi bisogna et quello poi si ritrarrà dalla vendita dei pascoli di bovi si debba impiegare per l'estintione dei debiti. 3) - Bastiano di Gilio consultando disse, io dico che è bene che si conduca l'acqua et che a detto effetto si debba vendere la bandita dei bovi, et la spica ma che il lamone non lo possi pascolar fuor che i bovi, et sia riserva solamente del bestiame baccino et in quanto alle pene si paghi il solito nelle bandite. Menico di Vannuzzo riferma il medesimo. 4) - messer Marco Antonio Platonio conferma che si conduca l'acqua, et che si vendi la bandita dei bovi, et la spica, ma che si lasci il lamone libero a tutta sorte di bestiame, et che nel condurre detta acqua, si supplisca per tre o 4 opere percasa come meglio parerà a S. E. Illustrissima. Fabritio Sidonio conferma il detto del Platonio Andrea di Battista il medesimo Curtio di Cesare Menico di Cecco Polonia Amulio Simonelli Giovanni di Battista di Leandro Anton Pietro Ranutio Falrutio Vittorio Allegretti Ottavio Lanzi Giulio Petrazzi Laudentio Giachetti Giovan Battista Rota Bonifatio Bottardi Vincenzo Inciampa Cesare di Britio messer Petruzzo Matthia dice che si vendano tutti pascoli et il lamone senza alcuna riserva, et per aiuto di condur questa acqua, o della Fabrica da tutti quelli che hanno vigne seano obblegati di dar mezza soma di vino per servitio come meglio parera a S.E. purché non si venda l'herba delle vigne... Li Priori della Comunità di Farnese e Vassalli, e Servitori di S.E. Illustrissima li espongono qualmente havendo visto più volte il bisogno grande di acqua che patisce questa terra, et più volte havendone trattato di questo con li huomini dell'Otto, et essendosi di commun volere giudicato che sia bene di far condurre l'acqua di Santo Martino, hanno finalmente fatto radunare il Consiglio Generale con licenza però di S.E. Illustrissima accio si terminasse se era bene far condurre la detta acqua, e si trovasse il modo di far anco la spesa, onde havendo il Consiglio generale determinato nel odo, che S.E. può vedere nel retroscritto foglio, supplicano S.E. Illustrissima a voler degnarsi di confermare detto consiglio, et darci licenza di esseguir quanto si è in esso determinato, et concluso, che il tutto riceveranno dalla buona gratia di S.E. Illustrissima quam Deus. conventioni, et prezzi, come in un foglio descritti, quale consignorno a me Notaio infrascritto del tenore che segue cioè. Patti, capitoli, et conventioni fatti et stabiliti, tra la Magnifica Comunità di Farnese el mastro Claudio d'Alfonso dal'Aquila, et Gasparro d'Ercole da Andreoco Diocesi di Civita Ducale cavatori per il cavo da farsi per la condotta dell'acqua di Santo Martino. Et prima detti mastro Claudio, et Gasparro si obligano di fare a tutte loro spese di ferri, legni et corde et ogni altra cosa tutto il Cavo che bisognerà per condurre detta acqua di Santo Martino fino alla terra di Farnese tanto coperto, come scoperto, forar Monti, far pozzi, gitti, et cavi, et ogni, et qualunque altra cosa per i luoghi, et strade conforme al livello, che li sarà ordinato dal1'Architetto qual cavo, et pozzi li detti mastri si obligano farli bene, et diligentemente altrimente vogliono esser tenuti insolido ad ogni danno interesse. Che detti mastri Claudio, et Gasparro siano obligati incominciare il detto Cavo al principio di Novembre prossimo o al piu lungo ai 15 di detto Mese et seguitarlo sino alla fine di esso cavo, con tutta quella quantità di opere: et Manuali che gli sarà ordinato dalli Deputati sopra ciò li quali si reguleranno conforme alla quantità del denaro che si troveranno in essere di man in mano, acciò eglino non habbino occasione di lamentarsi. che il cavo che anderà coperto debbano farlo alto palmi sette, et largo palmi cinque, conforme a quello il detto mastro Claudio ha fatto per la Comunità di Toscanella, al quale si habbi relatione dandogli illivello, che li sara ordinato dall'Architetto. che tanto detto Cavo, quanto i pozzi che saranno necessari da farsi siano misurate a canne farnesane, et a canne andanti. che non possino fare maggior numero de pozzi di quello li serà ordinato dall'architetto. che il Cavo che anderà coperto debba farlo secondo le mesure che lì darà l'Architetto, et non altrimente. che la detta Magnifica Comunità di Farnese sia obligata darli stanza per loro et un cellaro gratis, et senza pagamento alcuno. Item che detta Comunità sia obligata darli l'oglio che ragionevolmente si logrorà se però cosi ha fatto seco la Comunità di Toscanella, come esso mastro Claudio dice, per fare i cavi coperti, et non per altro. Convengono che per prezzo di questo lavoro in quanto ai Cavi sotterranei, e pozzi se gli dia uno scudo alla canna andante, in quei luoghi però che i cavi si faranno in tufo, o arena dura, Ma dove si caverà terra overamente arena dolce, o sciolta si paghi mezzo scudo la canna andante che al medesimo prezzo col detto riguardo si paghino ancora i pozzi, ma dove si trovasse macigno, o selce si debba pagare a stima, quando però 1'Architetto non trovi strada da sfugirlo. che il cavo che si farà scoperto debba esser pagato al prezzo che giudicherà 1'Architetto il quale nel stimarlo doverà haver riguardo a proportione all'accordo fatto del Cavo coperto, et non ad altr'uso, o costume. Che la Magnifica Comunità sia tenuta prestarli anticipatamente cento scudi di moneta cioè scudi cinquanta in tanto grano a ragione di giulij 32 la soma, et l'altri scudi cinquanta in denari per posserne far provisione di vino, ferri, secchi, corde, et di molte altre cose che per il detto effetto li bisogneranno, quali denari se ne debbi la Comunità rimborsare nel fine dell'opera. Et acciò i detti mastri possino quanto prima fare le provisioni necessarie per il detto lavoro detti signori Priori li sborsonno li sopradetti scudi cinquanta di moneta pauli 10 per scudo quali danari li prefati mastro Claudio, et Gasparro manualmente, et incontanti in presenza di me Notaro et testimonij infrascritti I'hebbero et ricerno per le mani di messer Ranutio Fabritio Camerlengo, quali scudi cinquanta li tirorno a se... Priori di Farnese Magnifico Signore Marco Antonio Platonio nostro Depositario vi piacerà
Et prima detti Mastri Antonio Faroldi, et Alouigi Vassalli promettono, et solennemente si obligano di fare tutti li muri tanto sopra terra, quanto sotto, volte, archi, astrichi, riciature, conci, et ciò che farà di bisogno per servitio di detta fabrica con i prezzi et patti infrascritti, e di piu si obligano di condurre detta acqua tutta, et di mantenerla per quattro o sei anni continui; et mancando per diffetto loro siano tenuti, si come vogliono ad'ogni danno, spesa, et interesse, et sia lecito alla detta Comunità di metterci altri mastri a spese loro, e far quello che li parerà necessario perché la detta acqua venga, et si mantenga. 2° - detta Magnifica Comunità et per essa detti Magnifici Signori Priori, et huomini dell'otto promettono, et solennemente si obligano di dare la calcina che bisognerà per detta fabrica condotta ne i luoghi che essi Mastri dichiararanno, similmente di far condurre i sassi, e la rena, ne i luoghi che detti mastri dichiararanno, dovendo però detti Mastri far cavare loro i sassi, e la pozzolana a loro spese, ne meno detta Comunità vole esser tenuta a dare ne legnami, ne corde, ne ferri, nissun'altro instrumento si dara bene commodità di poter far detto legname senza pagamento d'arbori. 3° - detta comunità, et per essa detti signori Priori, et huomini dell'otto promettono di pagar il denaro secondo i prezzi e patti infrascritti, seconldo il lavoro che faranno di mano in mano, e tuttavolta che parerà a E.S. inoltre promettono di dare stanza gratis per posser dormire ai lavoratori et ai Mastri. 4° - detta Magnifica Comunità darà l'obligo de Cavatori, i quali per instrumento si sono obligati di far tutto il cavo per la condotta di detta acqua al prezzo che in detto instrumento appare, doveranno però detti Mastri haver una che i Cavatori faccino il lavoro conforme all'instrumento e regolari che vadino a livello perché ad essi mastri se ne lascerà la cura a a loro toccaranno provederci. Capitoli in quanto al modo de muri et prezzi d'essi cosi stabiliti, ct convenuti fra le suddette parti. Primo li muri che faranno di bisagno per servitio di detta Fabrica sopraterra quali devono esser di selce ben spezzati, et minuti, che la sua grossezza per ogni verso non eccedino a mezzo piede farnesano, e detti spezzarli in luogho piu sicuro che sia possibile, al lavoro che si deve fare, acciò la Magnifica Comunità di detto luogho li possi far condurre nel lavoro proprio, così ancora cavar la puzzolana alle spesi di detti mastri, et condotta a spese della detta Comunità, quale anco li darà la calce bianca bagnata nelle fosse che essi mastri hanno ordinato, e detti muri si intendino arricciati da uno, o da due bande secondo farà il besogno, per prezzo di un scudo et baiocchi cinque di moneta la canna farnesana. 2° - Li muri sotterranei dove andrà calato la robba per li pozzi, o altro in luoghi scomodi da farsi delle materie come sopra per prezzo di scudo uno et baiocchi trentacinque la canna farnesana 3° - le volte sopra le sponde della forma del condotto dove andrà scoperto che si debbano misurare in piano il vano di esse, quali volte devono esser grosse in cima palmi 2 si moltiplicaranno per muri 2½ . 4° - le volte sopra la forma sotterranea dove farà bisogno, quali doveranno armarsi a pezzo a pezzo di 4 o V palmi per pezzo si moltiplicaranno per muri 3 da misurarsi il vano come sopra. 5° le volte sopra la forma scoperta, et in particolare dove è la botte, et al passar del ponte sopra l'olpita debbano tenerle per di fuori ovate, e quelle misurare come si è detto, senza pretender altro, ma che le moi sponde, che sono sotto si devano arricciarle sino che raguagliano il detto sesto fatto di fuoi per muro dritto ordinario al prezzo che si è detto cioe per 2½ . 6° - li Archi che faranno di bisogno per fare il passo sopra I'Olpita di vano pal. 20 sino in pal. 40 quali devono essere grossi in cima palmi 3½ Rom. fatti di buona materia si moltiplicaranno per muri n° 4. 7° -1'Arco di mezzo in detto luogo, quale sarà di vano pal. 65 grosso in cima pal. 4 Rom. si moltiplicarà per muri n° 5 ½. 8° - Li Astrichi di Coccie peste dove farà di biisogno per servitio di detta Fabrica tanto sotto, come sopra terra dandoli la Comunità la robba che farà di bisogrlo quali astrichi si faranno grossi pal. ½ rom. con suoi smussi a canto le sponcie che si alzano si faranno per prezzo di baiocchi 40 la canna andante. 9° - le colle di coccie peste dove faranno di bisogno dandoli la Comunità la robba come sopra si faranno grosse pal. 1/6 rom. per prezzo di baiocchi 50 la canna farnesana quadrata. 10° - le colle ordinarie che andaranno di fuori sopra le volte in luogho scoperto, o altri si faranno per prezzo di baiocchi 20 la canna quadrata farnesana. 11° Li conci di tufo per le cantonate, et archi dove faranno di bisogno long. pal. 2 ½ lar. p. 1½ grossi p. 1 o piu Rom. si pagheranno per prezzo di baiocchi cinque il piede. 12° - Bisognando piantar passoni alla botte e suoi pilastri, o in altri luoghi, quali detti mastri saranno obligati andarli a tagliare dove li sarà ordinato, e la Comunità condurli nel luogho, dove faranno di bisogno, et detti mastri piantarli, se saranno di lunghezza di p. 5 in p. 8 baiocchi cinque l'uno e di pal. 8 in palmi 12 per prezzo di baiocchi 8 l'uno et così all'altri bisognando pro rata... In Dei nomene Amen - Anno Domini
1618 indictione prima die vero 18 mensis octobris summo sedente Pontifice
Paulo divisa providentia Papa V° anno eius 14 - cunctis publice pateat
et notum sit qualiter costituiti personaliter coram Illustrissimo et Excellcntissimo
Domino Mario Farnesio, Perpetuo Patrono, me Notario ac Testibus Menicus
Marci, Petrus janni, ct socij omnes de terra laterae sponte, non vi sed
omnibus meliori modo, via, iure, causa, et forma quabus magis, malius validius
et efficacius de iure potuerunt et debuerunt possuntque et debent promiserunt
et solemniter se obligarunt Magnificae Comunitati terrae farnesij et pro
lea Magnifico Domini Laud.° giachetto presenti, aceptanti er pro dicta
Comunitate de ordine dicti exellenlissimi Patroni, in absentia Dominorum
Priorum dictae Comunitatis legitime stipulanti facere omnem foveam necessariam
et opportunam ad dolium vice ut dicitur alla Botte della acqua da condursi
di santo Martino, cum infrascriptis pattis et capitulis inviolabiliter
per almbas partes observandis.
Eletti, et reconfirmati dall'Illustrissimo et Eccellentissimo Signor Duca di Latera Perpetuo Padrone questo dì 10 maggio 1620. Thomaso Rota - Camarlengo et Depositario Tiburtio Lamorte
Bonifatio Buttardi
Giovan Battista Fagiani
Bonifatio Buttardi
Mastro Antonio Faroldi
Francesco d'Ortencio
Gasparo di Baldavano
Menico Silvio
nostri, e di questo Principato affari si è incaminato verso S. Umano, e appena passato il Convento di S. Rocco, si avvide, che radente, e vicino al medesimo vi era un viottolo, e poco più in là una possessione olivata con cancello chiuso, e murata, e avendo richiesto di chi fosse, gli è stato risposto, che era della casa Torriani, e si stendeva molto in giù sino alla Fontana secca, e quasi diruta, che è per la strada maestra di Vallecupa, della quale avendone richiesta la denominazione, gli fu risposto, che denominavasi la Fontana di Monte Fiano, e ricercato egli, perché non vi era acqua, e se vi era mai stata, gli fu risposto che vi era stata, e vi doveva ancor essere; poiché nascendo detta acqua nella possessione superiore del Torriani suddetto tutto il popolo andava colà a prenderla; e detto Torriani desiderando Iiberarsi dalla servitu del passaggio, e transito per detta sua possessione, come s.° chiusa, si obbligò, e vi è in Cancelleria Comunicativa I'istrumento, con quale si obbligò di condurre in strada, e di mantenere alla fontana suddetta l'acqua; sicché si propone all'E.S. e alle Sig.rie loro, se convenga obbligare detto Torriani a riportare in strada, e dalla fontana suddetta l'acqua, e per ciò debba la Comunità risarcirla, e metterla in stato di riceverla... ...Fu risoluto, che si obblighi il Torriani a diportare l'acqua in strada, e che la comunità debba risarcire la fontana, e perché detta acqua a preso qualche deviamento dalla parte opposta, però se occorre farvi qualche spesa grave, supplichi il'I'orriani la Comunità per qualche ajuto, che potesse bisognargli, e la stessa Comunità ne supllicherà S.E. la quale a misura del bisogno, e dell'entrata Comunitativa regolerà i suoi passi; ma intanto resta incaricato magistrato, e al Podestà a promuovere le sue istanze contro il Torriani, e il detto Torriani dal canto suo faccia quello che deve, e mantenga perennemente in strada I'acqua suddetta. ... Mattia Cancelli, che da tre
anni in circa dimora qui in Farnese esercitando L'Arte del Fornaro, ha
fatte alcune diligenze, e lavori per rirnettere L'Acqua perduta, e mancata
della fontana del Bottino grande, la quale ora si vede qualche poco cresciuta,
a fatto istanza, che per ricognizione di questa sua diligenza gli venga
somministrato da questa Comunità qualche porzione di grano, o ......;Onde
si desidera, che le Sig.rie Vostre dicano, che cosa gli si può<
dare per ricognizione.
... La penuria dell'acqua che in
tutto l'anno, e segnatamente nei tempi del Maggior Bisogno si prova entro
la terra di Farnese, attesta la tenuità che ne somministra la pubblica
Fontana, richiedendo, che si pongano nuovamente in pratica tutti li mezzi,
all'effetto di provedere a così urgente necessilà, si propose
in primo luogo nel consiglio tenuto avanti detto Sig. Uditore di deputare
persona idonea per intendersela con il Capomastro Bartolomeo Mondini per
intracciare le vicine Sorgenti livellando le medesime per unirle al Bottino
pubblico, quando sia ciò eseguibile, o deviare in caso contrario
da un tale livello, allorché si trovasse una Copiosa Sorgente incompatibile
con il medesimo.
Cloro . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . Gr.: 0,02330
Specchietto delle sostanze sciolte
nell'acqua desunto
Cloruro di sodio . . . . . . .
. . . . . . . Gr.: 0.03840
Documento XV - Delibera Consiliare n. 27 del 28/6/1885 Come tutti sanno, questo paese
difetta di acqua potabile. Esiste una sola fonte, la quale nella stagione
estiva non rende acqua che in pochissima quantità, per cui gli abitanti
sono costretti attingere l'acqua dalla fontana di Gressa distante dall'abitato
circa Chilometri due, percorrendo una strada di forte discesa. Cio è
un male gravissimo a cui bisogna porvi prontamente riparo, ricorrendo anche
a sagrifici essendo I'acqua uno dei principali elementi della vita.
Ritenuto che il medesimo è regolarmente redatto, e soddisfa pienamente i desideri di questo Municipio, è perciò meritevole senz'altro di essere approvato. A mezzo di votazione per alzata e seduta. Approva con voti tutti favorevoli e nessuno contrario il Progetto in parola, la di cui spesa ammonta a L. 115.000. Previa lettura il presente venne approvato e come appresso firmato
Il Presidente
Il Segretario
Il Membro Anziano
Documento XVI - Delibera Consiliare n. 21 del 4/4/1886 Avendo interpellato il sig. Cesare Tuccimei redattore del progetto se accettava l'incarico, il medesimo con lettera in data 24 Marzo u.s. fece conoscere che si tiene ad onore che gli sia affidato, e per l'affetto che egli porta a questa popolazione sarà con vero piacere che esso potrà dire di avere contribuito insino alla fine a soddisfare il maggiore dei suoi attuali bisogni quale è quello delI'acqua potabile. Delibera con voti 7 favorevoli e 3 contrari Di eleggere ad Ingegnere Direttore dei lavori del pubblico acquedotto, il sig. Cesare Ing. Tuccimei, col che però sia permanentemente in Farnese, non potendo, si faccia rappresentare da un Ingegnere di aggradimento del Consiglio. Documento XVII - Dal fascicolo dei lavori pubblici, 1937 OGGETTO: Offerta per la fornitura
del pietrame lavorato (Pietra basaltina di Bagnoregio
La sottoscritta Ditta Porchiella
Serafino e Figli di Bagnoregio si onora sottoporre alla S.V. Ill/ma la
seguente offerta per la fornitura del pietrame lavorato, necessario per
la costruzione di una fontana decorativa nella piazza grande di Farnese:
1°) Prezzo della pietra lavorata
in cava mc. 8.923 a L. 1.500 . . . . . . . . . . . L. 13.304,50
Nella
fiducia che la presente offerta sia di gradimento della S.V. Ill/ma e con
distinti ossequi
Bagnoregio
lì 4 Novembre 1936 - XV° Documento XVIII - Delibera n. 98, fascicolo dei lavori pubblici, 1937 N. 98 del 28 Novembre 1936 XV° OGGETTO: Demolizione pubblico abbeveratoio
ed erezione fontana decorativa.
L'anno millenovecento
trentasei addì Ventotto del mese di Novembre negli Uifici Comunali,
il Sig. Cav. Adolfo Moscati Podestà del Comune di Farnese, assistito
dal Segretario Dr Saccà Antonino
Considerato che in Piazza Vittorio Veneto, la principale del paese, esiste un pubblico abbeveratoio al quale affluiscono giornalmente numerosi capi di bestiame, che sono costretti data l'ubicazione dell'abbeveratoio ad attraversare buona parte dell'abitato, abitato percorso fra gli altri, dai bambini che si recano a scuola; Ritenuto che spostando tale abbeveratoio un pò a Sud, alla distanza di circa 100 metri, di fronte al Molino Comunale, in via S. Magno, si eviterebbe il passaggio delle bestie nel paese e che inoltre il nuovo abbeveratoio potrebbe essere comodo agli armenti custoditi nelle stalle poste nella stessa Via S. Magno ed oltre; Considerato ancora che a Nord del paese, in via Cesare Battisti, esiste uno spiazzale, il quale per essere un pò fuori mano, viene adibito dalla popolazione colà abitante a luogo di pubblico getto di rifiuti, rifiuti che nell'estate esalano odori nauseabondi costituendo un focolaio molto attivo per le mosche; Ritenuto di ovviare a Tale inconveniente costruendovi un'altro abbeveratoio da servire per gli animali che provengono dalla parte alta del paese; evitando anche a questi di attraversare l'abitato; Ritenuto che nell'Agoslo 1937 ricorre il Cinquantenario dello impianto dell'Acquedotto Comunale e che per tale data si stanno preparando solenni festeggiameni per ricordare la data che segna il realizzarsi della più alta aspirazione del popolo Farnesano; Avuto presente quanto continuamente viene disposto per migliorare le condizioni igieniche dei paesi e degli abitati; Considerato che lo spostamento dell'abbeveratoio dalla piazza Vittorio Veneto ove è una bella piantagione di Tigli Argentea e fra essi I'albero che ricorda il compianto Arnaldo Mussolini si rende sommamente necessario anche perché I'erezione di due abbeveratoi in punti strategici per il bestiame, è di grande utilità per gli armentari tutti; Considerato che la Ditta Serafino Porchiella di Bagnoreggio, specializzata nelle costruzioni di Fontane decorative, ha sottoposto un preventivo di spesa per la costruzione di una Fontana che si ritiene accettabilissimo, anche per le condizioni di pagamento che non graveranno eccessivamente il Bilancio Comunale. Ritenuto di provvedere a tali opere nel più breve termine 1°) Di demolire il pubblico abbeveratoio esistente in Piazza Vittorio Veneto e far costruire due abbeveratoi, l'uno in Via S. Magno di fronte al Molino Comunale e I'alrro in Via Cesare Battisti, nel luogo attualmente destinato a pubblico getto d'immondizie. 2°) Contrarre colla Ditta Serafino Porchiella, la fornitura del pietrame lavorato necessario per la costruzione di una Fontana decorativa da collocarsi nella Piazza Vittorio Veneto, alle condizioni tutte dell'allegata offerta e dell'unito disegno presentati dalla Ditta Porchiella I pagamenti delle L. 14.000- importo globale della nuova fontana, sarà pagato cogli ordinari mezzi di Bilancio, in 4 annualità eguali, senza corresponsione d'interessi a decorrere dall'anno finanziario 1938 e con termine quindi nel 1941.
IL PODESTA'
IL SEGRETARIO
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