NOTE SUI MATRIMONI TRA I FARNESE
E GLI ANGUILLARA

(Testimonianze dalla ceramiche nel centro storico di Farnese: Il Pozzo Tedescucci)
Luciano Frazzoni
Fig. 1 - Frammenti di fondo di forma
aperta con stemma degli Anguillara,
riferibili a Battistina Anguillara.

I

l ritrovamento di alcune ceramiche in un butto, denominato Pozzo Tedescucci, scavato nel centro storico di Farnese durante lavori di ristrutturazione di una casa in via Mazzini, offre lo spunto per accrescere la documentazione riguardante il materiale ceramico dell'alto viterbese, cui da qualche tempo si dedica la sezione medievale del Museo "F. Rittatore Vonwiller" di Farnese (Frazzoni-Vatta 1993), e soprattutto per ricostruire avvenimenti storici che hanno investito i centri facenti parte dei domini dei Farnese tra la fine del XV e la prima metà del XVI secolo'. Motivo di tanto interesse è la presenza tra il materiale del Pozzo Tedescucci di un piatto di matrimonio tra due membri delle famiglie Farnese ed Anguillara (tav. 1, 3, fig. 8). Il piatto, per cui si rimanda al catalogo (n. 5), è databile in base alla tipologia alla prima metà del XVI secolo; in questo periodo, i personaggi delle due famiglie che contraggono matrimonio tra loro sono ben identificabili, anche perchè collegati da stretti vincoli di parentela. Si tratta, per la linea dei Farnese di Latera, di Pier Bertoldo, che sposa Battistina di Francesco conte dell'Anguillara, e di suo figlio Galcazzo, che sposa in seconde nozze Isabella, figlia di Giuliano conte dell'Anguiliara e di Gerolama Farnese, sorella del Card. Alessandro Farnese, il futuro papa Paolo 111. Purtroppo le notizie su questi personaggi riportate da alcuni autori risultano spesso imprecise nelle date, quando addirittura non confondono un personaggio con un altro. L'intento di Luigi Lotti, che pure cita il Carabelli, il quale nel 1865 lamentava il fatto che "non vi ha dei Farnesi una esatta biografia, nè ordinata istoria a cui attingere..." di "indagare sulla storia del Ducato (sic) di Latera e Farnese ed insieme di contribuire ... a far un pò di luce sulle intrigate vicende dell'Alto Lazio e della Città Eterna" (Lotti 1983, pp. 276-277), si può dire non del tutto realizzato, anzi, contribuisce anch'esso a creare confusione, in quanto l'autore cade in evidenti e grossolani errori, di cui si dirà in seguito.

Vediamo di ricostruire, il più correttamente possibile, le vicende dei personaggi sopra citati.
Pier Bertoldo, figlio di Bartolomeo, fu signore del feudo di Farnese e Latera circa dal 1460 (Sciarra 1985, p. 20); negli anni 1476 e 1489 è signore di Montalto, avendo acquistato nel 1464 il castello di Canino (Moroni, 23, p. 195) e condottiero dei senesi (Odorici-Litta, tav. VII). Nel 1479 emana lo statuto di Latera (Sciarra 1985, nota 58), e nel 1511 viene messo in lista tra i magistrati del Comune di Orvieto insieme al figlio Galeazzo (Odorici-Litta). Sposa Battistina figlia di Francesco dell'Anguillara e di Lucrezia Farnese. Un frammento di fondo, rinvenuto in un altro butto di Farnese, presenta uno scudo a testa di cavallo su cui sono due anguille incrociate ed ai lati le lettere B ed A (Farnese 1985, p. 154, P 32 M), che si può riferire a Battistina Anguillara (fig. 1). Un documento conservato nella curia vescovile di Acquapendente (Curia Vescovile di Acquapendente, reparto Castro, vol. XI,

visita pastorale Farnese, 1478, 5; anche in Narcisi 1994, p. 67), datato 1478, ricorda che la Chiesa di S. Maria di Sala presso Farnese era stata data in commenda ad un frate eremita dell'ordine degli Agostiniani, chiamato Tommaso, da Battistina Anguillara di Farnese. Questo documento ci fa pensare che a questa data Battistina era già andata in sposa a Pier Bertoldo e, altro dato importante, si occupava, in vece del marito, dei beni di carattere ecclesiastico facenti parte del feudo di Farnese.
Pier Bertoldo muore nel 1511, come risulta dal testamento datato 29 luglio dello stesso anno, in cui i beni di spettanza, tra i quali non dovevano essere compresi Latera e Farnese, in seguito alla rinuncia delle figlie Lella e Camilla, passano al Card. Alessandro (Sciarra 1985, p. 20, nota 59). Il Litta riporta poi la notizia che nel 1555 avrebbe partecipato alle guerre in Toscana dalla parte dell'impero; è evidente l'anacronismo, la notizia si deve riferire al nipote Bertoldo, figlio di Galeazzo. Anche Lotti confonde Pier Bertoldo, padre di Galeazzo, con il figlio di quest'ultimo, attribuendo addirittura al nonno la notizia del matrimonio del nipote con Giulia Acquaviva (Lotti 1983, p. 228).
Più notizie abbiamo sul figlio di Bertoldo, Galeazzo, che sposa in seconde nozze Isabella, figlia del conte Giuliano dell'Anguillara e di Gerolama Farnese; la prima moglie risulta essere Ersilia, figlia naturale di Pompeo Colonna (Odorici-Litta).
Come detto prima, nel 1511 viene messo in lista tra i conservatori del Comune di Orvieto insieme al padre; è capitano delle milizie pontificie sotto Clemente VII; nel 1512, come risulterebbe dal libro dei censi, il Card. Alessandro pagò per sé e per Galcazzo 20 ducati per i castelli che essi tenevano in vicariato temporale, nell'anno seguente Galeazzo fu compreso nella perpetuità del vicariato (Moroni, 102, p. 38; p. 121). Risulta evidente da questo che sebbene dopo l'eccidio di Ischia (1395) i Farnese si fossero divisi in due rami, continuarono a pagare in comune

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