CERAMICHE DAL CENTRO STORICO DI FARNESE (vt)
Lo scavo del Pozzo Peppetti

Luciano Frazzoni, Germana Vatta
Fig. 1 - Farnese, Pozzo Peppetti

N

Nel mese di Maggio 1993 è stato condotto lo scavo di un "butto" in una via del centro storico di Farnese (VT) (fig. 1). Il pozzo è denominato Peppetti dal nome del proprietario della casa davanti a cui è ubicato. Lo scavo rientra nella prima fase di un progetto tendente alla valorizzazione e monumentalizzazione del centro storico di Farnese, attraverso i butti presenti in vari punti dell'abitato intramuraneo. Mediante la realizzazione di un percorso attrezzato tramite supporto di cartelli esplicativi, si prevede infatti la messa in evidenza dei butti, visibili al loro interno con un opportuno sistema di illuminazione e copertura con lastre di vetro.
Lo scavo è stato condotto in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica dell'Etruria Meridionale e con il Comune di Farnese, sotto la direzione scientifica di Carlo Casi, Direttore del Museo Civico "F.Rittatore Vonwiller" di Farnese; la documentazione grafica e fotografica è stata curata da Luciano Frazzoni¹. La localizzazione del butto era nota in seguito ad uno scavo eseguito dall'Ufficio Tecnico del Comune di

Farnese per la realizzazione della rete fognaria. Fortunatamente, tranne che per i livelli più superficiali, sconvolti dai suddetti lavori, la stratigrafia del pozzo si è rivelata integra. Ciò ha permesso di condurre lo scavo secondo un metodo rigorosamente stratigrafico, identificando gli strati di riempimento secondo la loro conformazione fisica.
Precedentemente erano stati scavati altri butti nel centro storico di Farnese, a cura del Gruppo Archeologico Medio Valdarno (Farnese 1985; Farnese 1991); i materiali recuperati in questi scavi fanno ora parte del nucleo espositivo del Museo Civico di Farnese. Lo scavo di questi pozzi non è stato però condotto con metodo stratigrafico, ma per livelli di spessore prestabilito.
Il metodo stratigrafico usato nell'indagine archeologica del Pozzo Peppetti ha permesso invece di ricostruire le modalità esatte in cui si è formato ogni singolo strato all'intemo del butto e, soprattutto, di stabilire una cronologia precisa del suo periodo d'uso.
Una caratteristica di questi strati è la loro conformazione, che può essere

definita "a colmo", costituita cioè dalla parte centrale, in corrispondenza dell'imboccatura, più alta, mentre vicino alle pareti ha un andamento fortemente digradante, tanto da creare un vuoto tra lo strato stesso e le pareti del pozzo, come risulta evidente dalle sezioni (fig. 29).Questo dipende evidentemente dalla dinamica particolare con cui si sono formati gli strati, senza alcuna azione di livellamento una volta che il materiale di rifiuto veniva gettato.
Il pozzo, come altri scavati a Farnese, aveva una copertura costituita da un coperchio di tufo di forma circolare schiacciata, rinvenuto in uno degli strati all'interno del pozzo stesso; dal diametro del coperchio, più piccolo dell'attuale imboccatura del butto, si può ipotizzare che questa doveva trovarsi in origine al di sopra dell'odiemo piano stradale, e che dunque vi siano state modificazioni nel tracciato viario successive alla costruzione del pozzo; in seguito la parte superiore è stata asportata, probabilmente a causa di opere di selciatura delle strade (Farnese 1991, pp. 19-20).
In vari statuti medievali e rinascimentali si vieta di gettare immondizie nelle strade e dalle mura delle città, queste ordinanze portarono a gettare i rifiuti nei pozzi scavati nei banchi tufacei, situati all'interno delle abitazioni o nelle strade e nelle piazze, ed aventi in origine funzioni diverse; questi pozzi erano usati infatti come silos per contenere grano o altre biade, o come cisterne, ed avevano le pareti intonacate.
Non è facile stabilire fino a quando questi pozzi abbiano avuto un uso differenziato, ma è da pensare che, caduti in disuso per vari motivi (quali ad esempio, per quanto riguarda le cisterne, il non garantire più che l'acqua non fosse inquinata, o anche perchè l'intonaco si era talmente rovinato da renderle inservibili),venissero in seguito utilizzati come "butti" per le immondizie (Satolli 1983, p. 24).
Nello Statuto della Nobile Famiglia Farnese si legge un decreto in data 12 luglio 1592 di Mario Farnese (Arch. Com. di Farnese, Bandi e Decreti, f.l),

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