La Madonna delle Grazie in Farnese
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Vergine Santissima
che il popolo di Farnese
venera sotto il bel titolo di
Madonna delle Grazie:
consolate le nostre pene,
tergete le nostre lacrime,
benedite i nostri bambini,
mantenete il candore e la modestia
nelle fanciulle,
siate la fortezza e la fede nei giovani,
siate sempre il nostro rifugio, la nostra
speranza, la nostra salvezza. Amen
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La storia
L'Immagine della Madonna delle Grazie
(l'affresco risale ai primi anni del 1500) sembra fosse già venerata ancor
prima del Suo trasferimento a Farnese.
Il masso di tufo su cui è stata dipinta era probabilmente collocato
all'interno o presso una chiesetta sul fiume Olpeta nelle immediate vicinanze di
Castro, che i documenti del tempo affermano essere dedicata ad una Madonna della Cava.
Dopo la distruzione della Città di Castro, avvenuta il 2 settemre 1649 per
ordine di Papa Innocenzo X, il possesso dell'Immagine fu motivo di accese dispute
fra i paesi circostanti al sito castrense, risolte solo nel 1693 con la Sua
assegnazione a Farnese da parte del Vescovo acquesiano Mons. Alessandro Fedeli.
Secondo la leggenda il masso con l'Immagine sarebbe stato trasportato
da Castro a Farnese su un carro trainato da buoi che giunti in località
Montefiano si sarebbero testardamente rifiutati di proseguire. Portato a
spalla fino a Farnese sarebbe stato ritrovato, il mattino seguente, nello
stesso luogo e qui fu costruito il Santuario.
Culto e Folklore
Appena trasportata a Farnese, l'immagine della Madonna fu subito
circondata da un alone di venerazione e leggenda, si parlò di grazie e
miracoli in abbondanza tra cui è memorabile lo scampo dal terribile terremoto
del 1707.
Nell'ottobre del 1855 si sviluppò un'epidemia di colera: si corse al
Santuario e l'Effigie fu trasportata nella Chiesa Parrocchiale dove con
cerimonie e preghiere si supplicò la Madonna delle Grazie
e l'epidemia colpì solo poche persone.
Da allora divenne consuetudine trasportare il simulacro nella Parrocchia
ogni qualvolta la popoplazione si sentiva minacciata da un incombente pericolo, come
nei periodi di guerra, quasi che la Sua presenza nel paese facesse sentire tutti più
sicuri, allontanando ogni possibile avversità.
Visitando il Santuario incuriosisce la grande quantità di cuoricini in argento. Sono
gli ex-voto che testimoniano il fiducioso abbandono che i fedeli di Farnese ripongono da sempre nella loro Protettrice.
Le celebrazioni mariane iniziano con il mese di maggio e culminano con la vera e propria festa
celebrata nell'ultima domenica del mese.
All'inizio del mese l'Icona viene rimossa dall'interno del Santuario e collocata nel portico per
poter essere venerata dai numerosi fedeli che non potrebbero affluire nella piccola cappella.
Ogni 25 anni l'Immagine è trasportata nella Chiesa Parrocchiale (in occasione del
300° anniversario è stata ospite dei vari Rioni per una settimana).
Il momento culminante delle celebrazioni si ha nella Processione dell'ultima domenica
di maggio con la quale, nel pomeriggio, ci si reca al Santuario per assistere alla Messa
e tornare, già a buio, in Paese.
Per l'occasione "Sant'Umano" viene ornato da drappi e luci alle finestre e dall'infiorata lungo la strada.
La Processione è accompagnata dalla Banda Musicale e ciascuno porta in mano una candela.
Al Santuario si ha la consueta offerta dei ceri acquistati precedentemente in Chiesa: Dopo la S. Messa
si ritorna sempre in Processione e ciascuno porta in mano una candela accesa, mentre in paese
si accendono i fuochi d'artificio e il corteo si scioglie "sotto colonne".
L'antico rito della Processione manifesta l'intenso sentimento che unisce il popolo di
Farnese, il quale, per la straordinaria partecipazione mostra il desiderio di conservare
questa tradizione e di vivere una intensa vita spirituale, ed è per questo che se gli
aspetti folkloristici sono andato in parte distrutti, questa celebrazione sopravvive nel
suo aspetto più vero ossia come festività esclusivamente religiosa.
Tratto dall'opuscolo "La Madonna delle Grazie" pubblicato dal Settore
Biblioteca dell'Oratorio Madonna delle Grazie.
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