Tour Fotografico di Farnese

La Fontana Monumentale

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u costruita come abbellimento della Piazza per nascondere una ripida discesa di tufo. Disegnata dall'Ing.

Cesare Tuccimei di Roma che era all'epoca l'ingegnere della ditta Boschi che eseguiva i lavori di costruzione del pubblico acquedotto, fu inaugurata solennemente il 25 settembre 1887.

Il Viadotto Ducale

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atto costruire dal Duca Mario Farnese nel 1615, serviva per collegare il Palazzo Ducale col giardino all'italiana situato dalla parte opposta del quale purtroppo oggi non vi è più traccia.

Palazzo Ceccarini Chigi

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e notizie storiche su questo palazzo sono quasi inesistenti ad eccezione di una targa in marmo posta nel 1794 al di

sopra del portale d'ingresso. Edificato presumibilmente nel XVIII secolo dalla Famiglia Ceccarini all'epoca amministratrice dei beni della casa Chigi a Farnese, è oggi sede degli uffici comunali.

Chiesa Parrocchiale

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ll'interno di questa Chiesa si trovano alcuni dipinti interessanti come ad esempio le magnifiche edicole (fine XVI sec.) che contornano l'altare della Madonna del Rosario attribuite ad Anton Maria Panico (Bologna 1560 ca. - Farnese 1609 ca.) uno dei grandi artisti di cui si servirono i Farnese, ed ancora vi si trovano alcune tele di notevoli dimensioni sempre del Panico, una raffigurante San Sebastiano ed una La Messa di Paolo III Farnese, vi è poi una tela raffigurante San Michele Arcangelo di un altro grande artista dell'epoca di nome Orazio Gentileschi (Pisa 1563 - Londra 1639).
Possiamo notare, collocato nella Cappella del S.S. Sacramento, un Ciborio ligneo decorato in oro zecchino con inserti di marmo, donato dal Vescovo di Parma Mons. Ferrante Farnese nel 1603.

È purtroppo andata perduta la vecchia facciata eretta nel 1714, opera dello svizzero Carlo Antonio Cozzi, sostituita da quella attuale eretta nel 1954.

Palazzo Ducale

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l Palazzo Ducale o Palazzo della Rocca fu edificato nell'arco di quattro secoli (1200-1600).
Residenza dei Farnese della sua struttura originaria ne rimangono quasi inalterate le mura esterne, anche se i segni di varie modifiche sono abbastanza evidenti, mentre l'interno, al quale vi si accede da Piazza della Rocca oltrepassando il bellissimo portale in pietra e marmo è andato incontro a profondi mutamenti in quanto acquistato molto tempo fa da privati ed adibito ad abitazioni. Nonostante ciò è ancora possibile osservare

all'interno il piccolo cortiletto medioevale ove sono posti alcuni simboli Farnesiani come ad esempio l'Unicorno con alla base i sei gigli che stanno a significare l'appartenenza della Famiglia all'Ordine dei Cavalieri del Giglio, ordine che aveva valenze territoriali, politiche e religiose, che venne istituito da Papa Paolo III Farnese nel 1546. Questo stemma si trova in alto su una colonna di tufo, mentre alla base del pozzo, sempre all'interno del cortiletto medioevale, possiamo notare scolpite sulla pietra due anguille intrecciate simbolo della Famiglia degli Anguillara stretti da vincoli di parentela con i Farnese, infatti diversi sono i matrimoni celebrati tra i vari menbri delle due famiglie dalla prima metà del XVI secolo.

All'interno del palazzo c'è anche una piccola cappella, purtroppo chiusa al pubblico in quanto proprietà di privati; sono del tutto scomparsi il teatro che era ubicato ove oggi c'è l'Oratorio Parrocchiale ed una stamperia che funzionò dal 1509 al 1601 di un certo Niccolò Mariani della quale non ci sono elementi per individuare dove fosse collocata esattamente. Si sa però che di questa stamperia se ne servì molto un famoso poeta dell'epoca di nome Antonio Ongaro (Venezia 1560 ca. - Valentano 1600) il quale risiedeva a Valentano (VT) e svolgeva nel feudo mansioni di amministratore e fiduciario per conto del Duca Mario Farnese durante le sue assenze. Molte sono le opere scritte da Ongaro ma una delle più importanti intitolata L'Alceo fu stampata in diverse edizioni e tradotta in varie lingue e fu recitata per la prima volta nel 1582. Ongaro ebbe fama per un travestimento da pescatore nell'opera l'Aminta di Torquato Tasso con il quale strinse ottimi rapporti di amicizia.

Monastero S. Maria delle Grazie

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uesto Monastero fu fondato nel 1560 per volere di Giulia Acquaviva moglie di Pier Bertoldo Farnese, che fece edificare a sue spese una chiesa dedicata a San Rocco con relativo convento per i Frati Minori. I Frati vi dimorarono per 57 anni, infatti nel 1617 Mario Farnese figlio di Pier Bertoldo, ne chiese la concessione per metterlo a disposizione della figlia Suor Maria Francesca già monaca di clausura da 10 anni presso il Monastero di S. Maria in Panisperna a Roma.
Il 9 maggio 1618 prendeva vita il Monastero S. Maria delle Grazie delle Monache Clarisse (ove

ancor oggi risiedono) per volontà della Venerabile Serva di Dio Suor Maria Francesca Farnese.

Convento S. Rocco

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dificato accanto all'Antica Chiesa dedicata a S. Magno di cui ne scrisse la vita Mons. Ferdinando Farnese Vescovo di Parma nel

1595, venne poi dedicato a San Rocco.
L'interno delle Chiesa è composto da una unica navata, dal coro e da due cappelle: una dedicata a S. Antonio da Padova ove spicca una bellissima pala di Giovanni Lanfranco (1582-1647), discepolo del Carracci, rappresentante l'estasi del Santo; l'altra è dedicata a S. Francesco ove si trova una pala raffigurante le Sacre Stimmate, eseguita dal pittore Giuseppe Duprà intorno al 1700.
Sull'Altare maggiore c'è il S.S. Crocifisso, pregevolissima opera lignea di Fra Vincenzo da Bassiano (1684). Nel retro dell'altare si trova il magnifico coro intagliato in noce di due religiosi francesi e risalente agli inizi del XVIII secolo.

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